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Lattosio e intolleranza.

  • Immagine del redattore: Dott.ssa Ornella Bonafede
    Dott.ssa Ornella Bonafede
  • 24 giu 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 15 gen

Il lattosio è l’unico zucchero che deriva dal mondo animale, tutti gli altri originano dal mondo vegetale. Basti pensare a fruttosio e glucosio, presenti nella frutta.


Il lattosio è uno zucchero formato da due molecole legate insieme come due anelli.

Le due unità si chiamano galattosio e glucosio.

Questo zucchero viene secreto dalle ghiandole mammarie di tutti i mammiferi.

Lo ritroviamo nel latte e nei suoi derivati (formaggi e latticini) in quantità variabili.

Ecco una lista di latti e le corrispettive quantità di lattosio per 100g.

Come si nota dalla tabella, è contenuto anche nel latte di capra anche se spesso erroneamente viene detto il contrario.


Questo composto per essere digerito necessita di apposite molecole, ovvero degli enzimi digestivi chiamati “lattasi”.


Questi si trovano nell’intestino e la loro funzione è quella di spaccare il legame che tiene insieme le due unità liberando i due anelli. Solo così il galattosio e il glucosio possono attraversare le barriere intestinali ed essere digeriti.


Quando le lattasi però non svolgono il loro lavoro, il lattosio rimane integro. Non riesce a superare la parete intestinale e quindi rimane intrappolato dentro al tubo digerente. La sua permanenza al suo interno richiama acqua che "annacqua" le feci. A questo si somma l’azione dei batteri intestinali che utilizzano il lattosio per avviare la fermentazione, alla quale segue un accumulo di molecole gassose.

L’intestino, che dovremmo immaginare come un tubo elastico, inizia a gonfiarsi.

A seguito di questi meccanismi si possono avere i fastidi intestinali come: diarrea, gonfiore, flatulenza.


La quantità delle lattasi varia nel corso della vita.

I bambini ne hanno un corredo ampio, proprio perché nei primi mesi di vita il latte rappresenta l’alimento esclusivo della loro alimentazione.


Con l’aumentare dell’età il numero di lattasi diminuisce e questo può portare alla condizione di intolleranza al lattosio permanente.

Esistono anche intolleranze al lattosio transitorie, che sono quelle che si presentano per periodi limitati di tempo, per esempio a seguito di coliti.

Tuttavia gli studi hanno dimostrato che nella maggior parte dei soggetti con intolleranza al lattosio esiste una dose tollerata. Che è pari a 12g.

Quindi bilanciando l’alimentazione e scegliendo gli alimenti e le frequenze corrette si può mangiare lattosio senza avere i sintomi.

Per una popolazione più ristretta invece, la tolleranza è molto ridotta e quindi si devono fare scelte ancora più minuziose.


Latte e lattosio


Il mercato alimentare tuttavia si è adeguato alle esigenze dei consumatori, quindi in commercio possiamo trovare anche latti senza lattosio.

Ovvero un latte trattato con procedure tecnologiche che hanno diviso il lattosio nelle sue due unità. Ovvero, questi processi hanno sostituito il lavoro che avrebbero dovuto fare i nostri enzimi lattasi.


Attenzione a non confondere la dicitura “senza lattosio” con “senza zucchero”.

Infatti il latte senza lattosio ha la solita quantità di zucchero, cambia solo la forma delle molecole (unite o separate). Infatti il suo sapore è molto più dolce del latte di mucca. Per questo motivo non è da considerare un latte a più basso contenuto di zuccheri.

 
 
 

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